PROSEGUE L'IMPEGNO CONTRO LA VIOLENZA ALLE DONNE
Piccola guida contro la violenza alle donne anziane
Dare una definizione univoca di violenza appare molto difficile. Si può certo definire violenza un comportamento che un individuo rivolge ad altri simili nel tentativo di forzarne la libertà per raggiungere propri fini di dominio.
DEFINIZIONE di VIOLENZA SESSUALE secondo la nostra legge del 15-02-1996 n. 66 “è violenza sessuale qualunque atto sessuale, attivo o passivo, imposto ad una persona contro la sua volontà, mediante violenza, minaccia o abuso di autorità. Sono compresi nel reato gli atti sessuali che taluno è indotto a compiere o subire a causa delle condizioni di inferiorità fisica o psichica al momento del fatto o perché il colpevole si è, con l'inganno, sostituito ad altra persona”.
Punto cardine della riforma è stato lo spostamento di tale normativa dal capo relativo ai delitti contro la moralità pubblica e il buon costume, a quello dei delitti contro la libertà personale.
SCOPI E OBIETTIVI DELLE LEGGI
**La legge del 15 febbraio 1996 n. 66: persegue l’obiettivo di tutelare l’integrità non solo fisica ma anche psichica dei soggetti più esposti alle aggressioni e alle violenze sessuali ed ha uno scopo preventivo
e punitivo, le pene previste per chi si macchia di violenza sessuale sono, infatti, più severe rispetto al passato.
La scelta compiuta dal legislatore con l’applicazione della legge n. 66/1996 è stata quella di introdurre la definizione di un'unica ipotesi di reato denominato “atti sessuali” includendo così, in tale espressione, anche quei casi in cui non vi è stato un contatto fisico tra vittima e aggressore. Con ciò si è voluto eliminare la necessità di indagini, umilianti per la vittima, volte ad identificare nel caso concreto la specifica condotta compiuta dal colpevole.
** Legge del 15.10.13 nr.119: nuove norme contro il femminicidio.
Non solo pene aggravate, ma anche risorse per finanziare piani antiviolenza e reti di case- rifugio nonché estensione del gratuito patrocinio.
Alcuni es.: querele a doppio binario; aggravanti per maltrattamenti in famiglia anche oltre l’avvenuta separazione o divorzio; arresto obbligatorio in caso di flagranza; oltre l’arresto, dietro autorizzazione del PM, allontanamento da casa e dai luoghi frequentati dalla persona; controllo con braccialetto elettronico o intercettazioni; gratuito patrocinio a prescindere dal reddito per le vittime di stalking, maltrattamenti in famiglia e mutilazioni genitali femminili; per le donne immigrate che subiscono violenza, il permesso di soggiorno potrà essere rilasciato e i maltrattanti potranno essere espulsi
Da una recente ricerca, condotta nel nostro Paese dall’ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica), risulta che le donne, tra i 16 ed i 70 anni d’età, sono più di 6 milio- ni ad aver subito, nel corso della loro vita, almeno una violenza fisica e sessuale. (Questa piccola “Guida,” nei capitoli ed alle classificazioni, fa riferimento a quelle usate dalla ricerca ISTAT).
ALCUNE DELLE FORME di VIOLENZA CONTRO LE DONNE:
FISICHE: es. strattonamenti, capelli tirati, storcere un braccio, schiaffi, calci, pugni o morsi, minacce di essere colpita, ecc..
SESSUALI: molestie fisiche, essere toccata sessualmente contro la propria volontà, rapporti vissuti come violenti, rapporti sessuali degradanti e umilianti, ogni forma di coinvolgimento in attività sessuali senza il proprio consenso.
PSICOLOGICHE dal partner: i comportamenti prevalenti sono quelli che tendono ad isolare la donna in cui, ad esempio, il partner cerca di limitare i rapporti della donna con la famiglia o con gli amici, le impedisce o cerca di impedirle di lavorare, le impedisce o cerca di impedirle di studiare.
Ma anche i comportamenti di controllo (il partner le impone come vestirsi o pettinarsi, la segue e controlla i suoi spostamenti, si arrabbia se parla con un altro uomo) e le svalorizzazioni (la umilia di fronte ad altre persone, la critica per il suo aspetto, per come si occupa della casa o dei figli, la insulta, la ignora). Infine, le forme più gravi di violenza psicologica rappresentate da vere e proprie intimidazioni e ricatti (danneggia le sue cose, fa del male o minaccia di farlo ai suoi figli, a persone a lei vicine, ai suoi animali, minaccia di uccidersi).
ECONOMICHE: si impedisce di conoscere il reddito familiare, si controlla costantemente quanto e come spende, non viene consentito d’avere un conto corrente, si impedisce di utilizzare il proprio denaro.
Inoltre, con lo scopo di dare risposte a domande di sicurezza avanzata dalla collettività, e riscontro alle molte richieste delle donne di avere maggiore e più efficace tutela, il Governo approvò il 23 febbraio 2009, il Decreto Legge n. 11 che offre nuovi strumenti di difesa alle donne perseguitate da ex mariti e compagni, ma anche conoscenti ed estranei, precisamente:
STALKING (perseguitare) decreto legge nr.11 del 23.2.09: con il termine inglese “stalking” vengono indicate una serie di azioni, ripetute nel tempo, che condividono caratteri di sorveglianza e di controllo, di ricerca di contatto e/o di comunicazione e che vengono percepite dal destinatario come capaci di suscitare, e che di fatto suscitano, preoccupazione e timore. Il termine, privo di un esatto corrispettivo nella lingua italiana, è di origine venatoria e particolarmente efficace nel descrivere il comportamento del seguire, braccare, cacciare una preda.
Vi si definiscono come atti persecutori: l’insieme di insulti, minacce, pedinamenti, messaggi telefonici o telefonate oscene o indesiderate, persistenti e invadenti. Persino i messaggi d’amore e i regali, se non graditi, possono integrare la condotta di stalking. E il Giudice avrà facoltà di disporre il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima.
In questo contesto il tema della violenza contro le donne anziane si presenta come una realtà in larga misura occulta, carica di troppi silenzi e di pregiudizi sulla vecchiaia. Maltrattamenti e abusi che, in genere, avvengono nell’abitazione della donna anziana e proprio nel luogo preposto agli affetti e alla sicurezza, da coloro che sono i più fidati parenti e curanti. Alcuni degli abusi riscontrati sono di tipo fisico (violazioni e restrizioni), di tipo psicologico (minacce di abbandono, indifferenza, trascuratezza) di tipo economico (appropriazione di beni e denari). Ma non sempre le vittime, spesso portatrici di caratteristiche di fragilità e solitudine, sono in grado di chiedere aiuto e fare denuncia.
Importante diviene quindi incoraggiare a mantenere la consapevolezza del proprio valore e indurre alla rimozione di ogni forma di maltrattamento. L’Auser ha scelto di intraprendere un percorso di presa in carico e di fornire suggerimenti operativi nell’immediato e ambiti di accoglienza sul difficile tema della violenza alle donne grandi adulte. Percorso che ha il suo inizio operativo da parte dell’agire di nostre/stri operatori dal:
1° Riconoscere il problema:
al fine di contribuire a creare un clima rassicurante che faciliti la comunicazione, occorre praticare un atteggiamento di ascolto empatico, di dialogo non giudicante, con domande finalizzate a raccogliere elementi utili (raccolta dati). E’ importante che l’operatrice/tore rispetti i tempi della donna: il percorso di uscita dalla violenza e di emancipazione dal soggetto violento.
2° Cosa fare per uscire dalla violenza
Affrontare le situazioni di soprusi e violenze è estremamente complesso, ma
uscire dalla violenza si può.
La vittima dovrebbe scegliere di avere un confronto per capire ciò che sta vivendo e sapere dove trovare aiuto evitando di affrontare da sola una difficile situazione.
Per fornire suggerimenti alla donna vittima questi sono i primi passi:
- Riconoscere di vivere o aver vissuto una situazione di violenza.
- Riconoscere che la violenza non è mai giustificabile.
- Riconoscere che non si è mai responsabili della violenza che si subisce.
- Riconoscere che è normale sentirsi depressa e triste.
ma ricordare che è sempre possibile trovare una soluzione.
3° Il primo aiuto utile è l’informazione quanto più completa e precisa sulle diverse possibili risorse da attivare, sui tempi e le opportunità d’azioni che si potranno avviare, anche con il nostro sostegno. Informazioni che riguardano:
- la garanzia della riservatezza
- l’importanza dell’acquisizione di referti medici
- l’esistenza di punti di riferimento e sostegno, a partire dall’Auser
- la segnalazione di Centri di Accoglienza per le donne con eventuali figli.
Quindi, al fine di supportare l’agire delle nostre operatrici/operatori, e con l’intento di fornire utili indicazioni circa la presenza territoriale di altri luoghi d’aiuto consimili, istituzionali e privati, abbiamo stilato questa breve “Guida”
Indirizzi Enti convenzionati con il Comune di Milano
Dipartimento Naz. pari opportunità
Antiviolenza donne tel. 1522

