L' angolo della Poesia1

Pensierini del nonno

 Di seguito vi presentiamo l'ultimo lavoro del nostro socio Gianluigi Grimoldi, una raccolta di poesie. 

    E' possibile in alternativa visionare l'opera così come l'ha pensata l'autore cliccando sul seguente link:

    Pensierini

   Buona lettura!





                                PRESENTAZIONE



L’autunno è il periodo in cui la natura si tinge dei colori più belli

e ci dona aromi e frutti maturi; è anche un tempo di attesa e di

passaggio, di un esame che fa riferimento ai giorni e ai mesi trascorsi

in gioia o letizia, in sconforti o dolori, momenti di vita che rimangono

dentro e che talvolta non si è capaci di esprimere per riservatezza

o timidezza o prudenza. Domande e dubbi non mancano; si cerca

un perché, un lume di saggezza, ma bisogna anche rimboccarsi

le maniche per risorgere e ascoltare gli insegnamenti che arrivano

da eventuali calamità. In qualche modo, però, si sente il bisogno

di far uscire l’intimità o la crudeltà o la bellezza di questi sentimenti.

Cambiano i tempi, le tecnologie e arrivano nuovi virus,

però ritorna anche la primavera, magari non per tutti, e allora in una

notte stellata di agosto si cerca una stella, un posto in cui riposare,

contemplare e se volete esaminare. Allora partiamo da qui,

dall’ autunno e tracceremo un percorso variopinto di sensazioni

nelle quali ognuno potrà cogliere variazioni personali, consoni

alla propria sensibilità.


Gianluigi Grimoldi




Autunno

La pioggia appena finita

lascia goccioline sulla flora assopita

le foglie lasciando il ramo

coprono il suolo di un arcobaleno strano

il sole che fa capolino

rincuora l’animo nel cuor piccino.

Bello l’autunno tempo di colori

Bello l’autunno tempo di amori!

La pioggia bagna la foglia copre

il sole scalda il fungo cresce

l’amore assopito rispunta sperando

nel tempo di attesa attende cantando

lo svolger del tempo verso l’incontro

del tenero abbraccio condiviso riscontro.

La nebbia ti avvolge come sperduto

il freddo ti blocca come incompiuto

ma il fuoco ti scalda sia dal camino

come l’abbraccio col tuo bambino.

Bello l’autunno tempo di raccolta

Tempo di transito tempo che ascolta!

L’uva appesa attende la raccolta

la castagna al fuoco attende che sia tolta

l’animo umano attende chi l’ascolta

il mondo intero attende una svolta.

Che il nostro autunno sia vivace

scoppiettante come la brace

Bello l’autunno bello da vivere

Bello l’autunno bello da scoprire!



L’amicizia

È un dono e un bisogno

una certezza una carezza

una confidenza una sofferenza

un ponte tra miseria e ricchezza

un ponte tra forza e debolezza

un legame che rende amici

un legame che annienta i nemici.

È bello stare in compagnia

e chi vuol esser lieto sia,

ma è triste esser soli nella notte

come romper legami dopo talune cotte.

Invece è bello attendere qualcuno

che riempia di gioia ognuno

perché affratella e rende disposti

ad aiutarsi a tutti i costi,

perchè allontana le guerre

e rende le nazioni tutte sorelle.

Sia l’uomo colto e capace

affinchè con l’amicizia regni la pace.



Caro Gesù … vorrei …


Portare un fiore alla mia mamma

perché se n’è andata durante la nanna,

ma non so come fare:

dicono che non si può passare.

L’ho fatto io con le mie mani

ed è Natale già domani.

Prendine uno dal tuo giardino

e portalo a lei vicino vicino…

io lo metto nel mio presepe

accanto alla tua mamma

così si troveranno insieme

e ci canteranno la ninna nanna.



Capodanno

Mi scrive un amico…

Cerco una panchina invitante

per sedermi un istante

per non scordare il passato

e sperare un futuro più grato.

Con qualcuno accanto.

per condividere l’incanto

per sentire il calore

il battito del suo cuore

perché una lacrima e un sorriso

passan via in un mondo intriso

di bruttezze e di bellezze…

Pensa allora alle carezze

che dan sollievo a chi è giù

sarai con loro un po' più su,

l’anno nuovo che verrà

pace e bene porterà.

Fermati un istante e pensa

ma non pensare di fermarti

perché la vita è sempre intensa

e bisogna andare avanti;

fra una lacrima ed un sorriso

a cattiva sorte fai buon viso

e sii speciale per domani:

fai gli auguri a piene mani

Buon Anno Nuovo!



Primavere

Fiori di pesco

sbocciati di fresco

come l’amore

sbocciato nel cuore.

Orsù correte alla primavera

ricordo bene la mia com’era:

gagliarda e speranzosa

spumeggiante come la gazzosa

Orsù correte riempitevi d’arte

ora mi tocca giocare a carte;

se in anni la mente

racchiude le gioie

il corpo è latente

e prolunga le noie.

Rimane la pazienza

per esercitare la benevolenza

e trasmettere saggezza

ai tutori della nuova brezza.



Esperienze

Quanto amore

ho scoperto in un sorriso

nello sguardo di un bambino

nella stretta di una mano

e sentito un fuoco strano

che scaldava in quel momento

il mio cuore ormai contento.

… ho scoperto in un amico

nel momento in cui ho capito

che l’amicizia un giorno data

mai nel tempo si è incrinata.

nel silenzio di un malato

dopo averlo accarezzato

nel vedere il suo sorriso

e una lacrima giù dal viso.

…nel valore di un silenzio

la rinuncia ad uno screzio

da dividere con chi

ogni giorno costruisce un sì.

Ed allora eccomi qui…

per dire grazie e tanti si

per non vedere sempre nero

per aver scoperto l’amore vero.



Un momento difficile

La montagna infuria

il vento sibila

tutto il corpo freme

per il gelo e la neve

l’uomo ha paura

perde la direzione

invoca un riparo

un luogo sicuro.

Sono eloquenti le orme

qualcuno le ha lasciate

danno sicurezza

ed anche la salvezza.

Una corda cinge il fianco

insieme si soffre si gioisce

una vicinanza sensibile

un cuore che capisce.

Prepariamo dunque lo zaino

è una scelta opportuna

in un momento di premura

nel momento di congiuntura.

E una piccozza come alleata

sia conforto, amica

una sicurezza antica

una preghiera data.

Una luce si intravvede

fiduciosa per chi crede

nel giorno che rinasce

una speranza di pace.



Trekking

È bello fare trekking

perché dopo c’è un meeting

una merenda dopo una caminada

un brindisi e una ciciarada.

Ognun dis la sua e qualche petegules

magari ul disnà di ier a base de pess

dovizie di ingredienti per torte e ancor di più

con savoiardi e cioccolato per fare il tiramisù

Don e omen quasi tucc pensiunaa

meritevul di svago dopu quel che han già daa

parlen anca de sciatica prostata e menopausa

però sot vuus per non aggravar el trauma.

Oggi siamo in pausa per ripusà e ragiunà

magari cun un liber e i pe’ sul sofà

senza ciaspole ramponcini e bachet

e liberi da maschere e beret.

Cunteent comunque che tanti ne em pasaa

Baci ed abbracci anca el virus lem desmentegaa.



Confidenze tra i coscritti

Maria, me fa maa un ginocc

tas lì che mi vedi pù da un occ

e mi go un dulur de schiena

e mi go ul didun che va in cancrena.

Te pruaa gli impac de malva?

fan miracul e i occ ia salva

Te pruaa a met su l’itiolo?

l’è cumee el tritolo

el fa sciupaa el bignun

e te guariset propi de bun.

Ma che pasa gli infiltraziun…

ades sun drizza cumee un bastun

perchè cun l’acqua calda e la pumada

ho guari anca l’ungia incarnada.

Ognun ga i so l’è vera

mei se serum indree di un’era?

però guardemes indree

a vedè quel chem fa ier.

In cunfidensa:

go un poo de cistite se go de fa?

dic al marì de lasat astà

e tel se el gaa l’insonia

e alura ghe ven la voglia,

dam atra a me camomilla e valeriana

el fan durmi su l’utumana.

Anca ti te ciapet el cumadin?

see, ma lasi i balet sul cumudin

invece el me marì el ga la pelagra

al me ghe fo tira giò el viagra.

L’alter dì ho truaa Carletu el pareva sturnu

alla sua etaa l’ha fini de andaa a turnu

però l’è cuntent el va cui cuscrit

mangen e beven el fan anca riit

costine salamelle frutta e tiramisù

alla faccia del colesterolo che domani andrà giù.

Infine un buon caffè con la magnesia

el te fa sugnà de ves in Malesia

oppure con una tazza di tè

ti rendi conto che sei del 43

Ognun ga i so l’è vera

però si diceva l’altra sera

de sfrutaa i mument che te ste ben

per arrivà ai 100 e minga men.



L’Aquila maggio 2015

Erano in 300mila in fila indiana

in marcia fra la gente aquilana

convenuti dal monte e dal piano

arrivati per dare una mano.

L’Abruzzo abbraccia con simpatia

questa gente che porta allegria

e non a ospiti, ma concittadini

è l’accoglienza tributata agli alpini.

Invasione gioiosa e coinvolgente

che portava via dalla mente

giorni di dolore e avversità

lasciando il posto alla solidarietà.

Crepe, muri storti che fanno impressione

lasciati in attesa di una decisione

che, quale che sia sarà tardiva

per una città un po' alla deriva.

Tavole ancora apparecchiate

libri, letti, coperte rovesciate

lasciate lì dalla fretta, dalla congiuntura

in quel frangente pieno di paura;

ora affumicate dalla polvere e un po' tristi

in attesa solo di una foto dei turisti.

Impressionante veder le opere di sostegno

con strutture in ferro e strutture in legno

un assemblaggio da esperti genieri

una progettazione da esperti ingegneri.

I più fotografati i più ammirati

i più discussi i più pettegolati

tanta bellezza e genialità

in contrasto alla desolazione e povertà

di chi ha dovuto lasciare e fuggire

e ancor oggi non vedere lire.

Paure e sofferenze svanir dal volto della gente

al passar di questa massa travolgente

e applaudire e ringraziare

vedendo l’Aquila già volare.

Anche a noi ha fatto effetto

e qualche lacrima giù nel petto

è scesa genuina e volentieri

ricordando l’affetto di ieri

e se la festa è finita

non così la vita.



Milano maggio 2019

Milan l’è un gran Milan

da Porta Cica a la Buisa

da Gorla fino al Dom

tuti bei e in divisa

ien rivaa anca dal Don.

Hanno invaso piazze e cortili

spazzato via le polveri sottili

han levato orgogli e pregiudizi

senza fare tanti comizi.

Ghe pasaa l’esercito del fare

dell’esserci e del donare

in qualsiasi uccasiun

dove sciopa un quai bignun.

Era come un fiume in piena

han riempi la Darsena e l’Arena

portando via applausi e stret de man

riconoscenti per quel che gli alpini fan.

Han sfilaa in cuntinuaziun

rappresentaven tanti naziun

han creaa tale emuziun

che dal ciel ghe vegnu giò i gutun.

O Madona piscinina

che te brilet de luntan

fa de l’Italia mingherlina

una naziun cun el coor in man.



Le nuove Tecnologie

Non si può più farne a meno:

è come rincorrere un treno

ogni dì ne cambien vuna

e a ti te gira la luna.

Tablet Smartpfone Googol e Tim

anca in bicicleta non fai più drin:

basta schiscià un butun.

Ti sentono, ti vedono anca sul water

ai curidur in pista ghe cambien ul carter

metti sul diario quello che vuoi

ma all’altro interessano i cavoli tuoi?

Povero Dante tanti libri e tanto inchiostro

cunt i minusculi scordum l’idioma nostro

gh’è pù la goma, pù ul temperin

pù la leveta che faceva clin:

basta schiscià un butun.

Adees se gira cui fiil in di urecc

ier se meteva la cufia per ul frecc;

tuti gan in man ul telefunin

dopu inciampen in del tumbin.

Go de rifà la scola guida

el tom tom el me sgrida

turna indree te sbagliaa strada

dopu el bivio gh’è la cascada.

A goo la nustalgia de ciciarà

vedes in facia per minga sbaglià

la persona e i so muviment

la sua buca e i so sentiment.

Però in fin dei cunt sem rivà fin chi

schiscia el butun e aspeta il nuovo dì.


Dubbi

Questa sera burraco

con caffè affogato

con quattro pinelle

e sei frittelle

Magari el fus vera

faria un gir in gilera

inveci me tuca sta a ca’

seduto sul sofà

Tutto fermo strade deserte

senza lavoro rimani inerte

però el te fa pensà:

perché sem rivaa fino qua?

La primavera sboccia lo stesso,

piante e fiori proprio adesso

e noi siam fermi fra le mura

senza profumi senza cultura.

Alura sem nunc chem sbagliaa

em minga asee valutaa

l’impurtanza de la natura

che si ribella se non si cura

Diceva il saggio in riva al fiume

passato il buio arriverà il lume

di saggezza, per chi vorrà

aiutare e salvare l’umanità.



Condivisione

Torna il gregge all’ovile

il sole inizia il declino

lasciati gli attrezzi nel cortile

s’accende il fuoco nel camino

Nella casa accogliente riposa,

i sentieri percorsi rivede

con la moglie affettuosa conversa

e il futuro assieme intravvede.

Fuori la tormenta schiaffeggia

con mani pungenti dal gelo;

si invoca un riparo, una cengia

un lembo di azzurro di cielo.

Bella la corda che cinge

belle le orme davanti

bella la mano che stringe

bello l’aiuto di tanti.

In vetta la Madre che tace

un contatto breve e fugace,

ha conosciuto l’amore

ha conosciuto il dolore.

Una condivisione fra terra e cielo

e in te inizia il disgelo

prendo del pane che l’amico ha portato

e dal buio un lume è spuntato.



Temporali

Sono belli i temporali

fulmini saette luci astrali

con pioggia vento e in misura

sono lo sfogo della natura

Dopo la calma ritorna il sole

fiori ed erbe ricolman le aiuole

ma ahimè nel cuore turbato

rimane un cirro ancora celato:

aumenta in volume e si gonfia

non sa dove andare e ritonfa

Gira e rigira, ma non si sfoga

perché non può e neanche una toga

sentenza può dare,

perché fra il dire e il fare

c’è la prudenza dell’agire strano

c’è la coscienza dell’essere umano

Rimane il soffrire d’amore e da soli

senza donare affetti e colori

senza chiedere, far finta di niente

camminare viver fra la gente

e aspirare che il fiore rimanga

come musa con la sua fragranza

a cui attingere ancora coraggio

e agire, se si riesce da saggio.



Notte di S. Lorenzo

Guardando le stelle col naso all’insù

sperando la mia venire quaggiù,

ti scruto ti cerco immagino il volto

bella lucente con sguardo di un colto;

un lampo di luce cadente tu sei

in alto tu vivi vicino agli Dei.

Lontano o vicino giocando scompari

poi fai capolino e torni tra i cari

corro e rincorro cercando di te

ma se più non ti vedo, sussurro ahimè!

mi sento smarrito mi manca qualcosa

come tra i fiori se manca una rosa.

La ruota di un Carro, un pezzo di Orsa

un segno qualunque che fermi la corsa

che plachi lo spirito che fermi la conta

che torni la pace nella testa ancor tonta.

Guardando le stelle col naso all’insù

mi sa che son io a dover venir lassù.



Quanti Natali

Col freddo le brine e i fossi gelati

con abiti smessi un po' rattoppati

con ceppi di legna ancora grondanti

con mamme sommesse sempre oranti

Un vecchio presepe di legno graffiato

scompare nel tempo in un albero fatato

l’attesa di un dono da Gesù Bambino

son anni ormai che non fa capolino.

Luci scintille e stelle filanti

nascondon le sfide oggi urlanti

di tempi sconnessi, di ovvie paure

di grandi incertezze e attese future.

Davanti al presepe la nostra saggezza

confida nel Bimbo e nella certezza

di un mondo migliore a cui tutti aspiriamo

e con fiato alle trombe a gran voce cantiamo:

Buon Natale!



Santo Natale

C’è un passerotto attorno al camino

ce n’è un altro vicino vicino;

scendon dal cielo batuffoli bianchi

belli leggiadri e sono tanti…

È sceso un fiocco sul loro becco,

ora vanno in cerca di un tetto;

ma la neve continua a coprire

ed è bello vedere e sentire

le voci ovattate i passi felpati

le luci soffuse gli sguardi incantati.

Viene Natale ancor ci stupisce,

anche la gioia si ingrandisce

per tutto ciò che esso cela

per tutto ciò che sempre ci svela.

Ad un altro batuffolo biondo

i Re Magi rimangon attorno

e noi portiamo a Lui doni

con la promessa di essere buoni.

La neve copre, la neve conserva

e tiene nascosto e tiene in riserva

tante brutture, ma anche germogli

di frutti futuri perché tu li cogli.



Tramonto

Bello il tramonto!

Belli i colori!

Vedere, assopire tristezze e dolori

Vedere, colmare ansie e clamori;

è solo una pausa nel nostro cammino

è solo una pausa nel nostro destino.

Sfruttiamolo dunque, guardiamolo bene

dopo di lui dormiente c’è un seme

di un giorno che spinge fa largo e ritorna

e siam ora noi color che esso adorna.



La Stella Alpina

La nas in poca tera

l’é de velù l’è propi bela

la gaa pochi pretes

la nas no in mezz ai sces

la nas tra le rocce sui spuntun

e la se cata de nascundun

Ma la perizia è di chi la coglie

l’amore e la passione di chi la porge

alla propria bella, all’innamorata

in quella fantastica serata

dove cieli e stelle giran di più

e tu non capisci cosa sei tu.

La stella alpina

È un fiore, l’è una stela

l’è de velù, l’è propi bela!



Domande…

Chi ha creato la luna e il sole

l’azzurro del cielo di intenso colore?

Chi ha vestito di fiori i campi

fulmini, saette, la luce dei lampi?

Chi dipinse il tramonto di sangue

la pioggia di un giorno che langue?

Chi scompiglia le nubi del cielo

e fa nascere nel solco uno stelo?

Chi insegna volare agli uccellini

e alla chioccia accudire i pulcini?

Chi fa nascere nel grembo il bambino

e il risveglio dell’uomo al mattino?

Sono leggi del creato

Ma io quanto ho dato?










Riportiamo volentieri altri contributi poetici del nostro socio Gian Luigi.




Esperienze di un volontario

Quanto amore
ho scoperto in un sorriso
Nello sguardo di un bambino
nella stretta di una mano
e sentire un fuoco strano
che scaldava in quel momento
il mio cuore reso contento

ho scoperto in un amico
nel momento che ho capito
l'amicizia un giorno donata
nel tempo si è mai incrinata

nel silenzio di un malato
dopo averlo accarezzato
nel veder il suo sorriso
e una lacrima giù dal viso

nell'importanza di un silenzio
la rinuncia ad uno screzio
da dividere con chi
ogni giorno si costruisce un sì

Ed allora eccomi qui
per dire grazie e tanti sì
per non vedere sempre nero
per aver scoperto l'amore vero.




               Natale 2019

               Batuffoli di neve
               scendon giù lieve
               il passero sul ramo
               scruta piano piano
               un seme una bacca
               sotto la coltre fiacca

                  C’è calma c’è silenzio
                  tutto quanto va a rilento
                  Anche l’uomo appare buono
                  va alla ricerca di un dono
                  per amicizia per amore
                  o aiutando chi nel dolore

               Sotto la coltre bianca c’è movimento
               nell’attesa del momento
               di esprimersi di sbocciare
               con colori e profumare
               questo mondo deturpato
               fino ad ora consumato
               proponendo da ora in poi
               conversione da tutti noi

                  E’ Natale giorno di un dono
                  giorno di perdono
                  giorno di promesse
                  quasi sempre le stesse

               E’ Natale è sbocciato un germoglio
               ora abbassiamo l’orgoglio
               e guardiamo all’insù
               ascoltando il buon Gesù