Questo progetto è nato dall’analisi
dei bisogni delle persone anziane nell’ambito
territoriale di Treviglio, con particolare focus sul supporto alla
domiciliarità.
Vediamo insieme qualche dato statistico.
L’ambito territoriale di Treviglio, su una
popolazione di 111.970 abitanti al 31 dicembre 2020, annoverava un 15,5% di
over 65, più un 10,9% di over 75.
Da un'indagine condotta da Risorsa Sociale Gera
D'Adda, l’azienda consortile dell'ambito, nel periodo
inverno 2020/primavera 2021 ed inserita poi nel Piano di Zona, sono
emersi i seguenti bisogni da parte dell’anziano:
ü Volontà
di continuare a risiedere al proprio domicilio, anche se
l’abitazione risulta spesso sovradimensionata e non sempre idonea
ü Difficoltà
di accesso ai servizi del territorio (sia pubblici che su base
volontaria) e scarsa conoscenza degli stessi
ü Bisogno
di relazioni sociali e di occasioni culturali, ludico e motorie
ü Supporto
nell’utilizzo delle moderne tecnologie, ormai necessarie per
l’accesso ai servizi (per esempio, l’83% non possiede ancora lo SPID)
Il progetto è finanziato da Regione Lombardia e dal Ministero
del Lavoro e delle Politiche Sociali.
L’ente capofila è Auser Città di Treviglio, mentre i partner sono
Auser "La Sorgente" Calvenzano, Auser
"Vita Serena" Arzago D'Adda e Cuore e Vita.
I destinatari del progetto sono gli anziani over 65
dell’ambito territoriale di Treviglio, che comprende 18 comuni. Questo tipo di
utente si presenta come una realtà complessa e variegata e per questo possiamo
suddividerli in due categorie:
ð Giovane anziano (da 65 a 75-80 anni), che è culturalmente
più preparato, in buona salute e in condizioni di perfetta autosufficienza e
senza particolari problemi economici
ð Grande anziano (over 80), che possiede un minor
grado di scolarizzazione, vive solo, per lo più vedovo/a (circa il 50%, di cui
il 49% donne) senza legami relazionali e/o familiari, che si percepisce fragile
e che incontra evidenti problemi di fruizione dei servizi; in maniera
collaterale, possiamo considerare destinatari anche le famiglie dell’anziano
(laddove ancora esiste una rete familiare), in quanto impegnate nella sua cura
La domiciliarità è un diritto fondamentale che va tutelato e vivere
nella casa ricca del proprio vissuto non può che essere un valore aggiunto. Per
questo motivo lo scopo del presente progetto è la presa in carico della
persona anziana over 65 al proprio domicilio: da un lato
aiutandola e supportandola a migliorare la sua qualità di vita, attraverso il
contrasto ai fattori di rischio di fragilità, e dall’altro accompagnandola
nella fruizione dei servizi esistenti e permettendole di esprimere al meglio le
proprie potenzialità.
Possiamo individuare tre macro-obiettivi:
ð Supportare
la persona anziana al proprio domicilio, che consentirebbe sia il miglioramento
delle condizioni relazionali della persona sola che il monitoraggio della sua
situazione sociosanitaria
ð
Offrire al singolo opportunità di
attività sociali, ludiche, culturali e motorie in luoghi preposti, quindi all’esterno
della propria abitazione e in situazioni relazionali
ð Permettere
alla persona che ne ha le competenze di mettersi a disposizione e a servizio dell'altro,
sviluppando allo stesso tempo un rapporto intergenerazionale con i giovani
che possono essere coinvolti nelle attività proposte (per esempio, alunni delle
scuole superiori ad indirizzo informatico che possono supportare
l’apprendimento delle moderne tecnologie)
In
relazione agli obiettivi declinati e attraverso le attività proposte, attendiamo
i seguenti risultati:
ð Minore percezione della solitudine da
parte dell’anziano fragile,
con conseguente miglioramento delle relazioni di vicinato e sollievo nella
gestione della propria quotidianità
ð Miglioramento e mantenimento del
benessere psicofisico della persona anziana, attraverso attività motorie,
relazionali e culturali
ð Miglioramento della conoscenza dei
servizi disponibili sul territorio,
con conseguente aumento della possibilità di una loro fruizione e un maggior
sollievo della persona anziana e della sua famiglia.
La
sfida è quella di “dare più vita agli anni, non più anni alla vita”,
costruendo attorno all’anziano una rete sociale e culturale che gli permetta
una maggiore qualità della vita, intessendo relazioni personali significative
che permettano di superare le fragilità causate dall’abbandono e dalla
solitudine. A tale scopo auspichiamo di riuscire a costruire all’interno di
contesti residenziali pubblici un’atmosfera solidale, entro cui la relazione
tra vicini diventi pratica comune.
Infine,
crediamo che le competenze maturate dall’anziano “giovane” possano diventare
patrimonio comune ed essere così spese a servizio della collettività.
Per informazioni:
e-mail: piuvitaaglianni@gmail.com