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HOMECULTURA E STILI DI VITAINVECCHIAMENTO ATTIVO: I CONSIGLI DELL'ESPERTO (aggiornato il 5 aprile 2020)

INVECCHIAMENTO ATTIVO: I CONSIGLI DELL'ESPERTO (aggiornato il 5 aprile 2020)

INVESTIRE IN PREVENZIONE, ECCO LA RIVOLUZIONE SANITARIA POSSIBILE E CONVENIENTE
Se fosse stato investito nella prevenzione il 10% delle risorse che si è dovuto investire in questo momento, quante persone avrebbero evitato di conoscere la medicina intensiva? 
Il vero timore, passata l'emergenza, dovrebbe essere direzionato verso le patologie degenerative in continuo aumento.
L'unica vera rivoluzione scientifica, in quest'ambito, consiste nell'elaborazione di un piano d'intervento atto alla prevenzione.
L’attività fisica regolare rappresenta l’elemento dello stile di vita che ha la maggiore influenza (insieme all’adozione di un regime alimentare adeguato) nel rallentare l’involuzione età-correlata dei sistemi fisiologici (neuroendocrino, immunologico, cardiovascolare, muscolo-scheletrico) e sull’impatto dei fattori di rischio di malattia croniche (obesità, arteriosclerosi, ipertensione, diabete, artrite reumatoide), oltre a essere associato a una migliore salute mentale e a più soddisfacenti integrazione sociale.
Recenti indagini hanno evidenziato che nei paesi industrializzati quasi la metà della popolazione oltre i 60 anni di età deve essere considerata inattiva, in quanto non raggiunge i livelli di attività fisica giornalieri o settimanali consigliati dalle linee guida ufficiali.
L’inattività arriva poi a contare i due terzi dei soggetti di 75 anni di età e oltre. 
L’inattività fisica è tra i 10 principali fattori di rischio di malattia e negli adulti si stima sia responsabile di oltre 3 milioni di morti l’anno. Se l’attività fisica rappresenta uno strumento per intervenire in modo attivo nella prevenzione di molti disturbi correlati all’invecchiamento, l’inattività fisica non è dunque da considerarsi come una neutra situazione “di partenza", nella quale inserire programmi d’allenamento al fine di ottenere benefici per la salute. Al contrario, l’inattività fisica deve essere inquadrata come una situazione dai rischi e dai costi elevatissimi per la salute del singolo e con pesanti ricadute economiche a livello di bilanci pubblici.
Spesso un limite allo svolgimento dell’attività fisica (specie degli ultra settantenni) è legato a sensazioni di dolore e discomfort che accompagnano lo svolgimento del lavoro muscolare (anche se di bassa intensità) o alla presenza di comorbiltà che, peggiorano la qualità della vita, inducono gli anziani a seguire uno stile di vita sedentario.
Indicazioni di mantenere anche una minima attività fisica (camminata, esercizi di rinforzo muscolare con elastici o piccoli pesi, esercizi di allungamento, esercizi in acqua) dovrebbero invece essere parte di qualsiasi programma rivolto al trattamento di condizioni croniche, associate o meno a stati dolorosi, educando i soggetti coinvolti sull’importanza del lavoro muscolare e sui suoi effetti sulla salute.

PER APPROFONDIMENTI:
> American College of Sport Medicine Position Stand. Exercise and Physical activity for older adults. Med Sci Sport Exerc.2009; 41(7):1510-30.
> FRANCO MR et al.Older people’s perspectives on participation in physical activity:a systematic review and thematic synthesis of qualitative literature. Br J Sport Med. 2015;0:1-9
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Luca G. Bottoni
Esperto in Protocolli AntiAging
T.0765338639
Direttore Art Personal Trainer
Top Trainer F.I.F."Federazione Italiana Fitness"
Lifestyle Ambassador "Consorzio Parmigiano Reggiano"
Nutrizionista Sportivo I.S.S.N."International Sport Society Nutrition"
Consulting Project Manager A.M.I.A."Associazione Medici Italiani Anti-Aging"
Esperto in Protocolli Anti-Aging A.M.I.A."Associazione Medici Italiani Anti-Aging"
Auser Regionale Lombardia, con la collaborazione del'esperto Luca G. Bottoni (Direttore Art Personal Trainer; Top Trainer F.I.F."Federazione Italiana Fitness”; Nutrizionista Sportivo I.S.S.N."International Sport Society Nutrition"; Esperto in protocolli Anti-Age e Project Manager A.M.I.A. Associazione Medici Italiana Anti-Age) propone una sezione di approfondimento sull'invecchiamento attivo: nel caso vogliate porre domande specifiche a Luca G. Bottoni, contattateci presso la sede Auser regionale (02/26113524).
ISHOKUDOGHEN: IL CIBO È UNA MEDICINA
Ci sono alcune zone nel mondo, dove si vive di più e in buona salute. La gente che abita questi luoghi ha una predisposizione genetica favorevole, abitudini sane e una vita sociale attiva. Secondo gli studi condotti in merito, queste aree dette Blue Zone sono, L'Isola Greca Ikaria, Loma Linda in California, centro-est della Sardegna e l'arcipelago Giapponese di Okinawa.

Quest'ultimi hanno adottato la regola "ishokudoghen", che significa "il cibo è una medicina". Seguono una dieta a base di frutta, verdura, legumi, soia, riso, pesce, il tutto integrato da alghe locali, hanno uno stile di vita non stressato, un forte senso della comunità e della spiritualità.
Altra regola che hanno adottato è "yuimara", ovvero il senso di appartenenza alla collettività e la partecipazione attiva alla sua vita. In questa isola giapponese gli anziani sono tutti saggi e, come tali, sono rispettati e onorati.

Luca G. Bottoni
Direttore Art Personal Trainer
Top Trainer F.I.F."Federazione Italiana Fitness"
Esperto in protocolli Anti-Age A.M.I.A."Associazione Medici Italiana Anti-Age"
Nutrizionista Sportivo I.S.S.N."International Sport Society Nutrition"
www.artpersonaltrainer.com
OSTEOPOROSI & FITNESS: LA PREVENZIONE ATTRAVERSO L’EDUCAZIONE AL MOVIMENTO
L’osteoporosi è insidiosa, agisce di sorpresa e avanza in silenzio, approfittando degli "errori" di una vita. Simile ad un tarlo invisibile aggredisce le ossa rendendole vulnerabili e fragili con conseguenze devastanti e spesso invalidanti. 
Alimentazione scorretta, età e pigrizia sono le peggiori nemiche delle ossa. L’educazione motoria deve rientrare a pieno titolo all’interno di specifici e mirati protocolli preventivi per l’osteoporosi. Innumerevoli e autorevoli studi hanno dato risultati positivi, dimostrati a livello densitometrico, psicofisico, sociale ed economico, inducono a ritenere l’attività motoria come un’utile strumento per migliorare le condizioni generali di salute specifiche nei soggetti che la praticano.
Occorre tuttavia considerare che l’attività motoria non si vuol sostituire in nessun modo agli specifici interventi per il trattamento dell’osteoporosi, mostrandosi utile proprio come strumento integrativo da abbinare, affinché si abbia uno stimolo allenante ottimale, che induca quindi un adattamento stabile nel soggetto in questione con un risultato Antiaging. 
La terapia farmacologica, in continua evoluzione, è insostituibile nel trattamento delle forme conclamate, mentre l'attività fisica è preponderante nella prevenzione. Infatti la sollecitazione meccanica dell’osso protegge dall’osteoporosi (gli sportivi hanno un contenuto di calcio nell’osso a limiti alti o comunque maggiore della norma). Prevenzione che deve iniziare nell'età dello sviluppo e giovanile, per intensificarsi nell'approssimarsi dell'età a rischio.

L'esercizio fisico offre due vantaggi che nessun'altra terapia di mantenimento della massa ossea permette: un'efficacia nel conservare la salute fisica che va ben al di là del solo problema osteoporosi, una azione preventiva nel creare, nell’età giovanile una struttura ossea satura ed efficiente e, soprattutto nell’età anziana, un ineguagliabile effetto sulla prevenzione dell'evento ultimo che si vuole assolutamente evitare: la frattura. 

Risulta essenziale programmare un allenamento indirizzato al miglioramento della BMD (Bone Mass Density o densità della massa ossea), in particolare degli arti inferiori e del rachide, le zone percentualmente più colpite da quadri di osteoporosi.
È stato dimostrato che la perdita di massa ossea che si verifica con l’età è intimamente connessa con la riduzione di forza dei muscoli che sostengono il rachide stesso.
La perdita muscolare contribuisce all’osteoporosi, perché la massa muscolare è direttamente correlata con quella ossea attraverso la relativa sollecitazione fisica che un muscolo può esercitare sull’osso, stimolando quindi la produzione di matrice. Numerosi studi evidenziano come in caso di insufficiente forza dei muscoli estensori della colonna e dei muscoli del tronco, aumenti il rischio di compressioni e fratture vertebrali e si generino pressioni molto elevate all’interno dei dischi intervertebrali. 

In pratica: 

PREVENZIONE 
1 – È necessario che l’allenamento sia programmato in modo che si generino adeguate sollecitazioni a livello osseo, non solo da un punto di vista quantitativo, ma anche qualitativo in termini di frequenza ed intensità. 
2 - Per ottenere effetti ottimali l’attività fisica deve stressare e sollecitare il tessuto osseo che realizza un adattamento specifico, ai carichi a cui è sottoposto, aumentando la propria densità e resistenza attraverso una vera e propria risposta di supercompensazione. 
3 - Gli stimoli dovrebbero essere applicati ad una svariata gamma di movimenti, distribuendo le sollecitazioni con modalità e direzioni differenti, per indurre una risposta più marcata e generale.
4 - Stimoli meccanici determinati da esercizi con carichi elevati ed un numero relativamente basso di ripetizioni possono avere un grande effetto sulla massa ossea, più che attività con carichi leggeri e movimenti ciclici. 
5 - Anche gli esercizi di resistenza ciclici “Cardio” possono determinare un adattamento funzionale dell’osso. 
Si è evidenziato che tanto più il livello di stimolazione meccanica a livello osseo è bassa e tanto più diviene importante la frequenza con la quale detti stimoli si susseguono per indurre un’efficace azione osteogenica. 
In parole povere, se lo stress meccanico indotto dall’esercizio fisico è basso, è necessario che venga mantenuto per più tempo o si ripeta con una frequenza piuttosto alta per poter comunque produrre effetti benefici nell’aumento di densità ossea. 

Riassumendo, un’attività fisica volta a combattere e prevenire l’osteoporosi dovrebbe, quindi, prevedere l’interazione ed integrazione di due tipi di programmi: 
JRF > Joint Reaction Forces, protocolli di esercizi che inducono stress alla struttura scheletrica attraverso forze di reazione articolare, quali ad esempio il sollevamento di manubri e bilancieri o l’uso di macchine isotoniche. Queste attività hanno un’influenza positiva soprattutto sul tessuto osseo dove si applica la tensione applicata dalla contrazione muscolare e, quindi, un’azione distrettuale prevalentemente concentrata nel punto di inserzione muscolo-tendineo. 
GRF > Ground Reaction Forces, protocolli di lavoro che si basano sull’azione svolta dalla forza di gravità, comprendenti esercizi quali balzi, salti, step ed attività di resistenza antigravitarie come la corsa. Questi esercizi hanno un’influenza più generale e determinano un aumento di mineralizzazione sull’intera struttura scheletrica, anche se si sono evidenziati i maggior incrementi a livello della regione prossimale del femore e dell’anca (tra l’altro due tra le zone più a rischio di osteoporosi, motivo in più per applicare questo tipo di protocolli di lavoro). 
In realtà, in ogni attività sportiva ad alto impatto, spesso i problemi sorgono, più che per l’elevata intensità dei carichi, per la tecnica di esecuzione inadeguata e le posture sbagliate assunte durante la realizzazione degli esercizi. 

A maggior ragione quindi, in soggetti anziani e a rischio, postura e tecnica esecutiva dovranno essere curate fin nei più minimi dettagli, soprattutto in questo genere di esercizi.
GLI INFUSI, CONCENTRATI DI BENESSERE E VITALITÀ
Donano energia e benessere, accompagnano ogni momento della giornata e le pause relax. 
Sono gli infusi di erbe, diventati un vero e proprio stile di vita. Gli infusi (realizzati con le parti più delicate della pianta – fiori, frutti, foglie – che vengono messe in infusione in acqua bollente per 10-15 minuti e poi filtrate con un colino) stimolano i sensi, favoriscono uno stile di vita sano e sono ideali in una dieta leggera, spesso con effetto detox: insomma, si potrebbe dire che gli infusi sono concentrati di benessere e vitalità.
Queste bevande dissetanti si caratterizzano per avere ingredienti freschi e hanno potenti effetti antiage. Gli infusi sono ricchi di acqua: dissetano, ma non solo. Un preparato di frutta fresca è per il corpo come un trattamento in una Spa: aiuta a sciogliere i grassi, migliora la circolazione, rinnova le cellule, sgonfia. Questi potenti effetti sull’organismo si ottengono proprio grazie all’infusione: frutta o verdura, immerse in acqua (calcolate l’equivalente di 4 - 5 tazze), anche per poche ore, rilasciano tutte le sostanze di cui sono ricche e che si concentrano nel liquido.
Il risultato? Un concentrato di benessere che può aiutare tutte quelle persone che in qualche modo faticano a bere l’acqua nella sua semplicità. Una vera cura di benessere fisico e spirituale. 
Ecco una lista di infusi perfetti per ogni gusto e desiderio:
Wellness: Carota – Mela verde – Lime – Zenzero
Sgonfiante: Limone – Cetriolo – Menta
Rilassante: Ananas – Fragole – Salvia
Antiage: Mirtilli – More – Melograno – Zenzero
È necessario immergere la frutta (tagliata, ma meno elaborata possibile; scegliete frutta biologica con filiera controllata, affinché i princìpi attivi siano disponibili con la migliore qualità) nell’acqua e lasciare l’infuso in frigo almeno due ore prima di bere. L’infuso così preparato può durare, in frigo, fino a tre giorni. 
Buon infuso a tutti!

LUCA G. BOTTONI
IL CORE: ATTIVARE ALCUNI MUSCOLI (TRASVERSO E OBLIQUI) PER L'EQUILIBRIO FUNZIONALE
Sensibilizzare il Core con le pratiche corrette è possibile anche per coloro che sono affetti da patologie muscolo-scheletriche e che sono già in età avanzata
Il corpo umano è uno strumento perfetto.
Esiste un vero e proprio sistema per l’equilibrio funzionale, che è rappresentato da quella fascia centrale che include il complesso coxo-lombo-pelvico e che permette la stabilità.
Si tratta del Core, il corsetto muscolare che
– favorisce una migliore postura del corpo
– consente stabilità e azioni dinamiche
– è fondamentale per l’ottenimento di un invecchiamento attivo di successo.
Per ottenere un buon allenamento Antiaging per il Core, si deve partire dal presupposto che la necessità è quella di sensibilizzare, più che rinforzare, muscoli che sono spesso deboli, come il trasverso e gli obliqui, in quanto la forza di gravità e una scorretta postura tendono a renderli ipotonici. Bisogna sviluppare la loro reattività e mantenerli sollecitati e propriocettivi.
La localizzazione del Core è un po’ più complicata di quanto non si creda. Non è individualizzabile solo nella zona della cintura addominale ma si estende superiormente e inferiormente fino a racchiudere una zona più ampia rispetto al corsetto. In conclusione il Core è definibile come il raccordo finalizzato alla stabilizzazione ma anche come elemento di link, cioè di trasferimento di forze dalla parte bassa alla parte alta del corpo.
Un centro del corpo più tonico:
– garantisce un aspetto più atletico
– promuove uno stile di vita più attivo
– agisce prevenendo patologie degenerative legate al rachide, fondamentale in un ottica Antiaging.
L’allenamento dev’essere, perciò, di carattere funzionale e deve contenere una combinazione di forza, flessibilità e controllo.

LUCA G. BOTTONI
LO STRESS OSSIDATIVO
Un test a cui tutti, fin da giovani, dovrebbero sottoporsi
Nel corpo umano esiste un delicato equilibrio fra produzione ed eliminazione dei radicali liberi. Quando questo equilibrio fisiologico si altera a favore delle specie reattive: esse, accumulandosi, provocano una serie di lesioni cellulari che, se non adeguatamente circoscritte, posso evolvere in danno sistemico, disegnando così il quadro dello Stress Ossidativo. Lo Stress Ossidativo è ritenuto responsabile dell’invecchiamento precoce e di una lunghissima serie di malattie, tra cui numerose forme di Cancro, Parkinson, Ipertensione Arteriosa, Aterosclerosi, Alzheimer, Diabete, Bronchite Cronica, Artrite Reumatoide e molte altre. Tutti dovrebbero sottoporsi alla valutazione globale dello Stress Ossidativo, anche in condizione di buona salute per poter monitorare con successo l’effettivo bisogno e la reale efficacia di formulazioni antiossidanti, troppo spesso assunte senza un Test che ne abbia documentato la necessità. La quantità di radicali liberi prodotti durante uno sforzo è direttamente proporzionale alla durata e all’intensità dell’esercizio ed inversamente proporzionale al grado di allenamento di chi lo pratica. Una corretta attività sportiva migliora la qualità della vita e contribuisce a ridurre la morbilità e la mortalità. Un esercizio incongruo altera il normale bilancio ossidativo, predisponendo all’invecchiamento precoce alle cosiddette patologie da Stress Ossidativo. In conclusione, non è un segreto che far sport sin da giovani faccia bene alla salute, ma è fondamentale sottolineare che iniziare a fare movimento anche da anziani è comunque efficace per la salute. Dare nuova forma al proprio corpo riducendo la massa grassa, aumentando il tono muscolare e la performance cardiovascolare, porta: 
- Aumento dell’energia e della resistenza fisica 
- Miglioramento della tonicità cutanea 
- Maggiore controllo dello stress e ottimizzazione del tono dell’umore 
- Aumento della capacità di concentrazione e della memoria 
- Prevenzione dell’invecchiamento della pelle 
- Attenuazione delle rughe 
- Potenziamento del desiderio e dell’efficienza sessuale. 

LUCA G. BOTTONI
INVECCHIARE CON SUCCESSO
La mia visione dell'anti-ageing
Negli ultimi decenni, abbiamo potuto apprezzare un progressivo incremento dell’aspettativa di vita, giunta in Italia per le donne a 84,9 e per gli uomini a 80,2. 
Molto è dovuto alle scoperte in ambito medico e alla sempre migliore condizione d’igiene personale e ambientale. Fino ad oggi la vecchiaia è l’unico sistema che si è trovato per vivere a lungo
La nuova sfida comune consiste nel combattere contro il tempo per conservare il più a lungo possibile la libertà dalla malattia. 
Ogni individuo è responsabile per il 70% del proprio invecchiamento. 
Le nuove frontiere della diagnostica, dell’alimentazione e del movimento fisico impongono un approccio integrato che sappia valorizzare i diversi ambiti di analisi, di conoscenza, di intervento applicativo, terapeutico e nutrizionale volti ad un individuo interessato a sviluppare uno stile di vita che contempli e rispetti il suo profilo d’invecchiamento cellulare, motorio e comportamentale. 
Ognuno di noi ha il dovere morale e socio-economico di migliorare il proprio profilo di pensiero e di azione mantenendo una vita sociale attiva, aperta al confronto e alla condivisione con gli altri. 
L’emotività che i rapporti sociali mettono in moto funge da vero e proprio anti-età per il corpo e per la mente.
LUCA G. BOTTONI
CHI È LUCA G. BOTTONI: PERSONAL TRAINER, RICERCATORE, PROGETTISTA E…FILOSOFO
La sete di conoscenza, un bisogno da soddisfare ogni giorno
Mi chiamo Luca G. Bottoni. Ho deciso, con piacere, di aderire alla proposta di Auser Lombardia di avere una rubrica dedicata all’Antiaging a titolo collegiale, per poter contribuire al meglio nella promozione di un invecchiamento attivo di successo per tutti i lettori del sito www.auser.lombardia.it. Dopo gli studi classici, ho seguito il percorso didattico triennale nel mondo dello Sport, ottenendo il massimo riconoscimento dalla Federazione Italiana Fitness in qualità di Top Trainer (Tesi in Osteoporosi e Fitness, elaborata con l’aiuto dell’Ospedale di Padova specializzato in recupero da Osteoporosi con conclamata frattura del femore). Nel frattempo, lavorai in diversi centri Fitness, fino a diventare Direttore Tecnico di uno di questi e poi proprietario dello stesso. Dentro di me coltivavo l’ambizione di conoscere tutti gli aspetti per ottenere il migliore invecchiamento attivo possibile. Seguii il percorso formativo in Nutraceutica e Nutrigenomica presso l’Università di Pavia, che mi diede una visione più ampia del settore. Uscito dalle palestre, mi concentrai sui clienti privati come Personal Trainer e continuai la formazione presso la A.M.I.A. (Associazione Italiana Medici Antiaging) per me illuminante, dalla quale ottenni il riconoscimento di Esperto in protocolli Antiaging. Da qui il mio profilo diventò Antiaging Advisor; l’acquisita nuova conoscenza della diagnostica preventiva mi diede una fortissima spinta sulla progettualità. A gennaio 2017 il mio progetto Nyawa vinse il premio Progetto Innovativo A.M.I.A. e da lì a poco acquisii l’incarico di Project Manager per la stessa associazione. La mia sete di conoscenza è ancora ben presente e lontana da essere esaurita. 
“Ho deciso di dedicare la mia vita lavorativa alla ricerca e al miglioramento delle tecniche allenanti per contrastare e rallentare l’invecchiamento del corpo umano. Se mi sarà concessa una pensione la dedicherò alla ricerca di una risposta che mi chiarisca il dopo la vita terrena”

LUCA G. BOTTONI